Può capitare anche a te, pur essendo attento alla qualità della tua alimentazione, a volte mangi non solo per soddisfare il bisogno di nutrirti. 

Sono quei momenti in cui scatta qualcosa che, anche se hai appena finito il tuo pasto, ti fa provare quel desiderio di “mangiare qualcosa di buono”. 

È allora che apri la dispensa alla ricerca del pezzetto di cioccolato o di un biscotto. 

Ma può capitare anche quando sei davanti al pc, impegnato e concentrato, oppure, al contrario, quando sei comodo e tranquillo sul divano. 

Fino a un attimo prima non pensi al cibo, e poi scatta qualcosa e avverti il bisogno di sgranocchiare qualcosa.

In alcuni casi capisci bene il perché, altre volte lo sai ma preferisci non approfondire, altre ancora agisci senza farti domande.

E se ci fai caso, molto spesso, mangi senza avvertire davvero il senso di fame, come dopo ore di digiuno, magari prima di un pasto.  

Perché mangi anche se non hai fame?

Quando hai l’impressione che il tuo corpo ti chieda del cibo, in quell’istante quello che conta sembra essere solo mangiare. Lì per lì i perché non contano più di tanto. 

Ma cosa sta accadendo nel tuo organismo?

L’esigenza di cercare del cibo nasce dalla percezione di alcune sensazioni, che in quel preciso momento interpreti come fame. 

Ti accorgi che qualcosa cambia, o sta cambiando, avverti delle sensazioni specifiche a livello addominale – e non solo – e pensi di avere fame

Se non pensassi di avere fame, probabilmente non andresti a cercare del cibo. Ma questo lo realizzi solo più tardi, dopo aver mangiato, quando cominci a sentirti in colpa. 

Magari hai mangiato solo per vizio, per noia, perché eri nervoso, deluso, agitato, o soltanto perché avevi bisogno di staccare, di riposare. 

Il cibo si è rivelato per te un modo, uno strumento per soddisfare un bisogno completamente diverso. 

Ed è proprio quando realizzi che in quei momenti “cerchi altro” che ti accorgi che più che fame, quella che senti è una fame emotiva.

Quali sono le cause della fame emotiva?

L’esperienza con il cibo è prima di tutto un’esperienza corporea, che vivi per soddisfare specifici bisogni corporei. 

Ma il corpo, insieme alle sensazioni legate alla sopravvivenza, è anche la sede dove percepiamo tutte le nostre emozioni. 

Qualche esempio? 

  • Ti accorgi di essere arrabbiato quando avverti alcune specifiche sensazioni a livello del petto e dell’addome.
  • Realizzi di sentirti un po’ in ansia quando la frequenza del tuo respiro è più accelerata e percepisci i muscoli di alcune aree contratti.
  • Ti rendi conto di essere annoiato quando percepisci un diverso livello di energia nel corpo.

In questo contesto, dove differenti sensazioni sono associate ai più diversi stati che puoi sperimentare nella tua quotidianità, è facile cadere nell’illusione che alcune di queste sensazioni siano fame. 

E quanto più non sei abituato ad ascoltare il tuo corpo, tanto più sarà per te difficile distinguere la vera sensazione di fame da una sensazione associata a un’emozione. 

Per tutte quelle sensazioni che possono rivelarsi scomode o poco piacevoli (immagina quando ti senti molto stanco e hai ancora troppe cose da fare, oppure quando sei deluso o triste) e che interpreti erroneamente come fame, il cibo si rivela un’ottima strategia per aiutarti a sentirti più rilassato, più energico, più coccolato. 

Non importa se un paio di minuti dopo realizzi che più di tanto non ti ha aiutato. 

In quella frazione di secondi in cui ne avvertivi il bisogno e il senso di fame sembrava insopportabile (tanto lo era l’emozione), il cibo sembra essere l’unica alternativa disponibile. 

Il cibo diventa una soluzione così efficace grazie all’allenamento intrapreso nel tempo: se all’epoca in cui studiavi, quando sentivi il bisogno di staccare dai libri per concederti una pausa hai imparato a usarlo, hai costruito l’associazione tra bisogno di “staccare” e l’atto di mangiare. 

Oggi – magari sono trascorsi diversi anni dall’epoca dell’università – quando hai bisogno di staccare o di allentare la tensione, avendo legato quelle sensazioni all’uso del cibo, ripeti lo stesso schema, convinto di avere fame. 

Se hai imparato a mangiare nelle occasioni in cui ti senti troppo arrabbiato o deluso e hai allenato lo stesso comportamento per molto tempo, è diventato un automatismo

Tutte le volte che ti senti molto arrabbiato o deluso, riconoscerai come “fame” sensazioni che fame non sono. E cercherai cibo per allentare il livello di intensità di quelle sensazioni. 

Perché usiamo il cibo come valvola di sfogo?

L’acquisizione di questa abitudine, ovvero di usare il cibo come valvola di sfogo, è facilitata dai numerosi vantaggi che il cibo offre: 

  1. è economico,
  2. è sempre disponibile, indipendente dal luogo in cui ti trovi e dall’ora,
  3. è agevole, soprattutto per tutto ciò che è confezionato, e in breve tempo ti garantisce la gratificazione che cerchi,
  4. è piacevole, con un’azione diretta sui circuiti cerebrali del piacere e sulla stimolazione diretta dei 5 sensi.

Quattro qualità che rendono la strategia di usare il cibo come sfogo facile da ripetere e ad alto potere gratificante. Insomma, una strategia complicata da sostituire. 

Quale altra strategia puoi adottare alle 23.00, che ti possa garantire la stessa intensità di piacere e che sia altrettanto economica e facile da ottenere?

Come gestire la fame nervosa?

Per riconoscere quella che definiamo “fame nervosa” o “voglia di mangiare senza avere fame”, in un momento in cui hai l’opportunità di soddisfare il bisogno che il tuo corpo sta comunicando, devi farti una domanda: “Di che cosa ho bisogno?”.

Allenati a farti questa domanda.

Nel mio lavoro incontro numerose persone che danno le più disparate risposte

  • avrei bisogno di andarmene, di lasciare tutto, 
  • avrei bisogno di un nuovo lavoro,
  • vorrei un nuovo partner,
  • vorrei sentirmi più libero, divertirmi, sfogarmi,
  • vorrei sentirmi accolto e compreso. 

Ecco alcuni dei bisogni che svelano la molteplicità dei modi in cui il cibo può essere utilizzato come uno sfogo. 

Una strategia che spesso può diventare troppo frustrante, al punto da sentirsi in colpa o sbagliati quando succede.

Incolparsi e combattere contro il cibo e contro se stessi non fa altro che aumentare il senso di frustrazione che alimenta l’uso del cibo come sfogo. 

Piuttosto che pretendere di liberarsi da questo circolo vizioso da un giorno all’altro è molto più funzionale riconoscere il bisogno

A volte è sufficiente porsi una sola domanda, quando si avverte la fame, per capire quale esigenza si cerca di soddisfare. 

Allora chiediti: “di cosa ho bisogno?”.