“Ci sto attento ma non riesco a dimagrire. Perché?”.
È questa una delle domande che mi viene rivolta più spesso. Ti stai chiedendo anche tu la stessa cosa?
Magari hai già attuato dei cambiamenti per dimagrire: hai ridotto le porzioni, fai più attività fisica, bevi più acqua, hai eliminato dolci, pizza o addirittura tutti i carboidrati.
Hai fatto molte rinunce, dai pasti in compagnia al rifiuto delle tentazioni più golose. Eppure il peso non diminuisce.
Per comprendere ciò che davvero sta accadendo, serve capire a cosa stai attento nello specifico.
I dettagli sono quelli che fanno la differenza, anche per dimagrire.
Perché può essere difficile dimagrire?
In altri ambiti della vita non affermeresti di aver cambiato tante cose e di essere come prima, eppure nel mondo delle diete accade di frequente.
Una dinamica deleteria, responsabile del dilagare della convinzione: è inutile che faccia attenzione a come mangio, tanto non cambia nulla. Ho il metabolismo lento.
In effetti, se niente è cambiato, può esserci un problema di base, genetico o metabolico.
Per toglierti ogni dubbio, esponi al tuo medico la situazione e valuta con lui un’indagine più approfondita per escludere cause di natura organica e ormonale.
È raro, però, individuare alterazioni che giustificano una tale resistenza al dimagrimento.
Se il problema del tuo peso fosse legato ai tuoi comportamenti abituali?
Facciamo un passo indietro. E cerchiamo di capire cosa si intende quando si parla di peso.
È il protagonista quando si ha a che fare con una dieta, ma cos’è davvero?
Il peso è il risultato di un processo: comportamento a + comportamento b + comportamento c = peso x kg
Per dimagrire, e pesare x kg – 10 kg, dovrai necessariamente modificare qualcosa nella tua strategia.
In che modo? Lavorando sui comportamenti, ad esempio, aggiungendo un nuovo comportamento (a + b + c + d) oppure togliendo due comportamenti errati (c + d).
Le opzioni possono essere svariate e dipendono da individuo a individuo.
Non siamo tutti uguali ed è impossibile pensare che uno stesso approccio sia davvero efficace per ognuno di noi.
Per concludere, se oggi pesi ancora x kg, significa che, con tutta probabilità, senza neppure accorgertene, stai mantenendo delle abitudini che giustificano quel peso.
Quali fattori influenzano il dimagrimento?
Hai cambiato alimentazione, ti sei impegnato, hai modificato diversi aspetti alimentari, ma il punto è in quale modo e per quanto tempo sono stati applicati questi nuovi accorgimenti.
Quando agisci per ottenere un dimagrimento, la tua attenzione è così focalizzata sul peso, sulle rinunce che stai tentando di fare e sulla fatica che avverti per portare avanti questa scelta, da non farti vedere ciò che accade intorno a te e che può avere un impatto sull’evoluzione del tuo peso corporeo.
Ecco perché è importante adottare una prospettiva più ampia ed è interessante notare:
cosa mangi;
come gestisci lo stress (poiché incide su cosa e come mangi);
come affronti il cambiamento (perché influenza la tua percezione di stress);
come e quanto ti muovi;
le relazioni interpersonali;
il tipo di lavoro che svolgi.
Già da questa lista puoi realizzare quanti diversi fattori influenzano il valore del tuo peso corporeo.
Accade spesso che, proprio facendo un’analisi del processo che porta una persona ai risultati (non ottimali) attuali, si capisca cosa si possa modificare per riuscire a dimagrire.
Senza neppure parlare di dieta.
Se vuoi dimagrire, hai bisogno di capire quali sono le situazioni in cui adotti dei comportamenti poco funzionali per il risultato che vuoi ottenere.
Un esempio pratico: perché ti capita di piluccare?
Capita anche a te di sgranocchiare qualcosa di dolce o salato, anche se hai appena finito di cenare?
Molto spesso questo atteggiamento viene visto come un limite per il dimagrimento.
Lasciando da parte il tipo e la quantità di biscotti, ciò che interessa, dal punto di vista del processo, è capire come sei giunto a mangiare quei biscotti, quale bisogno vanno a soddisfare.
Ipotizziamo una situazione quotidiana.
Magari il tuo lavoro è male organizzato e, di ciò che hai programmato di svolgere la mattina, non riesci ad arrivare nemmeno alla metà.
Al pomeriggio vai a prendere qualcosa di dolce.
Hai due possibilità:
rinunciare categoricamente perché sai che non ti aiuta a dimagrire;
capire se hai davvero bisogno di quell’alimento, visto che tutto sommato in quel momento non hai proprio fame, oppure se stai cercando altro.
Puoi rinunciarci, ma se i tuoi ritmi di lavoro non cambiano e tu resti disorganizzato, tornerai a piluccare, voglia di dimagrire oppure no.
Dunque, solo con la consapevolezza che il problema è legato al carico di lavoro o magari a una cattiva gestione del tempo, come abbiamo appena visto, puoi trovare nuove strategie per imparare a delegare parte del lavoro o per evitare sprechi di tempo.
A cosa ti servirà tutto questo? A evitare di trovarti davanti al distributore e a scegliere quali biscotti mangiare, durante il pomeriggio.
Niente rinunce, soltanto una gestione più funzionale del tuo tempo. E hai già fatto un passo in più verso il dimagrimento.
Come iniziare a cambiare le abitudini negative adesso?
È il momento di passare alla pratica.
Prendi carta e penna e inizia a riflettere sui tuoi atteggiamenti di fronte al cibo e sulle tue abitudini quotidiane:
prendi spunto dall’elenco visto poco fa insieme e specifica qualche dettaglio in più per ciascuna area, su come ti comporti. Per quanto riguarda la gestione dello stress, il lavoro, le relazioni e come affronti il cambiamento, scrivi in particolare le strategie che stai adottando;
tra le strategie che hai annotato, evidenzia quelle che a tuo avviso non ti stanno aiutando a dimagrire. Ad esempio, quando dimentichi di portare lo spuntino a lavoro e vai a prenderti qualcosa al distributore, che in genere è sempre troppo dolce;
scopri quando e dove metti in atto quelle strategie. Ti capita quando sei in ufficio? Al pomeriggio? Nei periodi di stress? Fatti queste e altre domande.
Una volta individuato quando e dove agisci in quel modo, modifica qualcosa di quella situazione. In particolare, agisci su ciò che ti rende più difficile mettere in atto quella strategia.
Non servono grandi espedienti. Magari chiedi a un tuo collega di portarti un caffè o una bottiglietta d’acqua. Eviterai così di andare al distributore.
Oppure pianifica una telefonata o una riunione proprio all’ora in cui di solito vai al distributore.
Tieni conto che le abitudini tendono a verificarsi sempre alla stessa ora.
Prova a trovare delle abitudini alternative che ti aiutino a rompere quelle vecchie e a portarti verso il miglioramento.